Competenze dello Studio

martedì 21 gennaio 2014

La tutela del silenzio notturno prevista dal nostro ordinamento: il latrato del cane

La Suprema Corte di Cassazione, fermo e riconosciuto il diritto di abbaiare del cane, con sentenze n. 4706/11, 36241/04 e 715/01 ha affermato che qualora il latrato superi la normale tollerabilità, tanto da recare disturbo al riposo notturno delle persone, scatta la responsabilità civile e penale del proprietario. Come si stabilisce, però, la soglia di tollerabilità? Per comprendere meglio tale concetto ci limiteremo a fare un semplice esempio: per chi abita in un centro abitato ad alto traffico dovrà considerarsi una soglia di tollerabilità maggiore rispetto a colui che abita in aperta campagna o in un quartiere residenziale. Dunque, chi si sente disturbato, durante le ore di riposo notturno, può dapprima diffidare in forma scritta il vicino di casa a porre rimedio alla situazione; quindi, è possibile presentare una querela contro il proprietario del cane invocando l'art. 659 c.p., "disturbo delle occupazioni o del riposo delle persone", secondo cui "chiunque, mediante schiamazzi o rumori, ovvero abusando di strumenti sonori o di segnalazioni acustiche, ovvero suscitando o non impedendo strepiti di animali, disturba le occupazioni o il riposo delle persone, ovvero gli spettacoli, i ritrovi o gli intrattenimenti pubblici, è punito con l'arresto fino a tre mesi o con l'ammenda fino a 309 euro". Se si vuole ottenere anche il risarcimento del danno è possibile costituirsi parte civile nel procedimento penale oppure agire in giudizio in sede civile.

Nessun commento:

Posta un commento