L'ignoranza da parte del soggetto agente circa l'età della persona offesa scrimina la condotta laddove la stessa sia inevitabile, cioè laddove non si fondi soltanto od essenzialmente sulla dichiarazione della vittima di avere un'età superiore a quella effettiva; in pratica, chi compie atti sessuali con soggetto che appare di giovane età deve avere un impegno conoscitivo proporzionale alla presenza dei valori in gioco. E' quanto stabilito dalla Suprema Corte di Cassazione con recente sentenza. Il giudice, nel pronunciarsi, non può dunque accontentarsi di semplici sensazioni o di una banale giustificazione, come quella secondo cui il minore dimostrava un'età superiore a quella effettiva. Non è ad esempio un buon motivo affermare che il minore è stato conosciuto all'interno di un sito per adulti nel quale egli ha "mistificato" la sua età. Come comportarsi allora in questi casi? E' necessario, per quanto possa apparire banale, svolgere delle indagini senza fidarsi delle apparenze, se del caso, specie al momento del compimento dell'atto, richiedendo l'esibizione di un documento di identità.
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