Con una sentenza degli ultimi giorni la Suprema Corte di Cassazione si è pronunciata sul comportamento spesso tenuto dalle forze dell'ordine volto a sollecitare un soggetto arrestato a nominare un determinato avvocato quale difensore di fiducia.
Secondo i giudici della Corte la condotta di colui che, appartenente alle forze dell'ordine, esalta le qualità professionali di un avvocato spingendo un soggetto arrestato a nominarlo è già di per sè sufficiente ad integrare il c.d. reato di abuso di ufficio; tale illecito rileva quando il soggetto agente impartisce ai cittadini, con i quali abbia rapporti per ragioni inerenti alle proprie funzioni, consigli sulla nomina di un difensore.
Più precisamente, "salvo che il fatto non costituisca un più grave reato, il pubblico ufficiale o l'incaricato di un pubblico servizio che nello svolgimento delle funzioni o del servizio, in violazione di norma di legge o di regolamento, ovvero omettendo di astenersi in presenza di un interesse proprio o di un prossimo congiunto o negli altri casi prescritti, intenzionalmente procura a sè o ad altri un ingiusto vantaggio patrimoniale ovvero arreca ad altri un danno ingiusto è punito con la reclusione da uno a quattro anni".
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