Competenze dello Studio

giovedì 6 novembre 2014

Le forze dell'ordine che suggeriscono all'arrestato il nominativo di un avvocato rispondono del reato di abuso d'ufficio

Con una sentenza degli ultimi giorni la Suprema Corte di Cassazione si è pronunciata sul comportamento spesso tenuto dalle forze dell'ordine volto a sollecitare un soggetto arrestato a nominare un determinato avvocato quale difensore di fiducia.
Secondo i giudici della Corte la condotta di colui che, appartenente alle forze dell'ordine, esalta le qualità professionali di un avvocato spingendo un soggetto arrestato a nominarlo è già di per sè sufficiente ad integrare il c.d. reato di abuso di ufficio; tale illecito rileva quando il soggetto agente impartisce ai cittadini, con i quali abbia rapporti per ragioni inerenti alle proprie funzioni, consigli sulla nomina di un difensore.
Più precisamente, "salvo che il fatto non costituisca un più grave reato, il pubblico ufficiale o l'incaricato di un pubblico servizio che nello svolgimento delle funzioni o del servizio, in violazione di norma di legge o di regolamento, ovvero omettendo di astenersi in presenza di un interesse proprio o di un prossimo congiunto o negli altri casi prescritti, intenzionalmente procura a sè o ad altri un ingiusto vantaggio patrimoniale ovvero arreca ad altri un danno ingiusto è punito con la reclusione da uno a quattro anni".

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